Fontana detta «Il bagno di Venere». Il Mastrigli, che attribuisce l'intera composizione a Carlo Rainaldi, scrive di questa splendida fontana centrale con fastigio più imponente: «Tutto è grazia, tutto è movimento e vita in queste composizioni del Rainaldi: seduta sull'orlo della sua urna da bagno, Venere abbandona le nudità del suo bel corpo alle cure di tre ancelle che si affaccendano alla sua toletta: l'una, in ginocchio, asciuga la ben tornita gamba della dea, l'altra fa passare il pettine nella fluente massa de' suoi capelli, la terza porge le ampolle dei profumi, mentre una quarta versa da un'anfora l'acqua tiepida nella vasca in cui Venere tiene ancora immerso un piede». Sotto è la fontana vera e propria, costituita da una vaschetta a valva di conchiglia con due putti laterali e un tritone. L'acqua scendeva verso un ampie bacino semicircolare a fior di terra.