Roma Antica Scavi di Ercolano Bottega ad Cucumas cod. 13 Insula VI 

Sul pilastro d'ingresso della bottega sita nella insula VI, al civico 14, in origine unita alla Casa del Salone nero, è dipinta l'insegna che raffigura quattro brocche (cucumae, parola ancor in uso in alcuni dialetti). La bottega era una osteria, dove si servivano vino e cibi: nelle città romane era consueto mangiare fuori casa. Le cucumae erano di differente colore con l'informazione del prezzo dei vari tipi di vino contenuti in esse. In alto spicca l'immagine di una divinità romana Semo Sancus, divinità spesso assimilata ad Ercole che si invocava nelle formule di giuramento per buona riuscita degli affari, con l'iscrizione ad Sancum. Durante l'operazione di distacco del dipinto esterno, si scoprirono i residui di una iscrizione dipinta su un antecedente strato di intonaco che distaccato è attualmente collocato al di sotto dell'affresco, dove  con caratteri cubitali in lettere rosse c’è la scritta: Nola, tra la "l" e la "a" è scritto su tre righe con lettere in piccolo di colore nero: scr Aprilis a Capua. Si tratta certo di un frammento di un annuncio di spettacolo gladiatorio, da tenersi a Nola, città vesuviana poco distante da Ercolano. In quest'iscrizione vi si legge anche il nome dell’autore: scr(i)ptor Aprilis a Capua. Si tratta di un'importante attestazione della provenienza dello scriptor che nel caso in esame dovette essere un artigiano itinerante, sebbene le maestranze fossero di solito locali. 

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