La casa di Nettuno e Anfitrite si trova sul cardo IV dell’insula V al numero civico 7, l'interno della casa è di un lusso sfarzoso, specialmente il triclinio (5) , che già si scorge attraverso la finestra del tablino (4), posto in asse con l’atrio (3) le cui pareti decoratissime fanno da sfondo a un triclinio (5) esposto all'aperto. Il nome acquisito dalla casa deriva dal mosaico in pasta vitrea che riproduce due divinità Nettuno e Anfitrite, posti sulla parete orientale del triclinio. Il lato Nord è occupato da un ninfeo, anch’esso rivestito da un mosaico in pasta vitrea con conchiglie e schiuma di lava e sormontato da maschere teatrali in marmo. Il triclinio in muratura (5), presenta 3 letti appena sopraelevati rispetto al piano di calpestio con i margini dei podi e il pavimento fra essi di marmo bianco; al centro del triclinio era una colonnina, donde l'acqua zampillava entro un labrum (vasca circolare) . In mancanza di un vero e proprio giardino, la parete orientale di questo ambiente, forse era coperta da un pergolato. Il secondo piano dell'abitazione è visibile dalla strada per il crollo della parete esterna, si intravede un tavolo in marmo. Al piano superiore si accedeva tramite una scalinata situata in un cubicolo. La casa era fornita anche di una bottega di generi alimentari sul fronte stradale al civico 6, in ottima posizione commerciale, considerata la prossimità delle Terme Centrali. Sul lato sinistro dell’ingresso si trovano la latrina(1) e la cucina (2). Nell'angolo nord-ovest dell'atrio (3), con vasca dell'impluvio in marmo; a sinistra dell’atrio si trova un larario in mattoni rivestito di lastre di marmo, profondamente danneggiato dai cunicoli borbonici. Il larario era il sacrario domestico della casa romana, destinato al culto dei Lares, divinità identificate con le anime dei defunti. Nel larario (edicola) dell’atrio furono scoperte 2 lastre frammentarie in marmo dipinte a tratto rosso, una delle quali recante la firma in greco dell’artista: “Alessandro Ateniese dipinse”. Al fondo dell'abitazione lato destro, si dispone un’ampia stanza di soggiorno o ricevimento (oecus 6), decorato a fondo bianco e quadri centrali distaccati dagli scavatori borbonici.