Regio XIV Transtiberim Isola Tiberina la nave da guerra

Dovuta, secondo la leggenda, all'accumulo di fango sulle messi di Tarquinio il Superbo gettate nel Tevere dai Romani quando lo cacciarono dalla città, in realtà l’isola sorge su una zona tufacea, come i vicini colli. Guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamenti stabili sulle alture circostanti e venne collegata alla terraferma da due ponti verosimilmente dapprima lignei e poi (secolo I) in muratura, uniti da una via («vicus Censorii»). Luogo di culto per varie divinità, fu dedicata principalmente al dio della medicina, Esculapio, il cui serpente, portato a Roma da Epidauro per debellare la peste del 293 a.C., saltando dalla nave che lo trasportava avrebbe indicato il sito del tempio.  La leggenda e il profilo dell'isola suggerirono ai Romani la sistemazione del perimetro esterno in forma di nave da guerra, che oggi è in parte ancora visibile, infatti, i resti della prua e della figura di Esculapio, sono riconoscibile per il bastone con il serpente, una testa di toro, forse una bitta d'ormeggio e forse con un obelisco come albero maestro.  Nel Medioevo lo spoglio e il generale degrado del fiume ne alterarono la fisionomia con la formazione per distacco di un isolotto verso monte. Verso la fine '500 la tradizione sanitaria dell'isola, favorita anche dalla presenza di una fonte d'acqua ritenuta salutare, fu rinverdita con la costruzione del primo nucleo dell'ospedale e tutta l'area divenne lazzaretto durante la peste del 1656. Profondamente alterata dalla sistemazione degli argini a fine ‘800 (quando se ne ipotizzò l'eliminazione), dalla manomissione del ponte Cestio e dalla ricostruzione dell'ospedale, ha però mantenuto il carattere di appartato luogo di cura e di culto.


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