Regio XIV Transtiberim Isola Tiberina Mulini

La presenza certa nella Roma antica dei mulini per macinare il grano, risale al 109 d.C., quando l'imperatore Traiano fece costruire un acquedotto per portare l'acqua da Bracciano al colle del Gianicolo, sulle cui pendici sorsero diversi mulini che sfruttavano la caduta d'acqua proveniente copiosa dal monte. Quando nel 537 d. C. il Barbaro Vitige, per espugnare la città tagliò tutti e 14 acquedotti che portavano acqua a Roma, i mulini furono trasferiti sul fiume. Luogo ideale fu l'isola Tiberina che, con i suoi due rami laterali in cui il flusso dell'acqua era più violento, possedeva le caratteristiche idrauliche idonee per sistemare queste strutture galleggianti. In un censimento del 1746 se ne contavano ben otto, tutti a ridosso dell'isola, ancorati ai piloni dei ponti o nelle immediate vicinanze.  L'attività dei mulini tiberini cessò completamente con l'ultima disastrosa alluvione del 1870. La tendenza all'insabbiamento del ramo sinistro del fiume, favorita dalla presenza di ruderi semi sommersi e dai numerosi mulini che impedivano il regolare deflusso delle acque, fece ipotizzare, nel progetto di sistemazione idraulica del fiume nel 1870, la completa soppressione di questo ramo fluviale. Se fosse stato, il bellissimo panorama dell'isola sarebbe oggi solo un ricordo del passato.

 

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