Le necessità dell'illuminazione erano per lo più risolte innalzando di un piano la navata centrale rispetto alle laterali, ciò che permetteva l'apertura di ampie finestre nella parte superiore. Da tre ingressi si penetrava quindi nell'interno (70 x 29 m circa), diviso in quattro navate da colonne di marmo detto «africano» (originario in realtà dell'Asia Minore). Gran parte dei frammenti architettonici marmorei sparsi in giro e il pavimento, anch'esso di marmo, appartengono invece al restauro augusteo. Sul pavimento sono visibili, in vari punti, le tracce dell'incendio del sacco di Alarico del 410 d.C. e i resti delle monete fuse in tale occasione.