Regio VIII Forum Romanum la Casa delle Vestali la casa

Prima dell'incendio neroniano la casa delle Vestali aveva forma, dimensioni e orientamento diversi. Il più antico edificio conservato risale al VI secolo a.C., fu ricostruito in blocchi di tufo nel III secolo a.C. e ristrutturato tra tarda Repubblica e primo Impero. Nel suo aspetto attuale il tempio corrisponde all'ultimo restauro, eseguito dalla moglie di Settimio Severo, Giulia Domna, dopo l'incendio del 191 d.C. La Casa delle Vestali era collegata al Tempio e entrambi erano circondati da mura che formavano un rettangolo, al centro si trovano tre vasche, due piccole quadrate e una grande rettangolare. Attorno ad un cortile un porticato, decorato con fontane e statue delle Vestali più anziane, si disponevano su diversi piani le stanze da letto delle sacerdotesse con pavimentati in marmo, gli ambienti di soggiorno erano riscaldati. Su un lato del cortile vi erano i servizi, come le cucine e il mulino. Nel tempio l'area più sacra, interdetta all'accesso di chiunque tranne che delle Vestali, era il Penus Vestae, un sancta sanctorum dove erano conservati una serie di oggetti dall'altissimo valore simbolico, risalenti alle fondazioni mitologiche della città. Secondo la leggenda Enea avrebbe portato con sé da Troia gli oggetti, pegno e garanzia del dominio universale promesso a Roma, fra i quali il magico Palladio: un piccolo simulacro arcaico di Atena – Minerva.

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