Regio III Serapis Anfiteatro Flavio (Colosseo) i giochi

Gli spettacoli nell'anfiteatro erano gratuiti, rappresentavano infatti la possibilità per chi li offriva (editor) di dimostrare la propria generosità. A Roma l'editor per eccellenza era l'imperatore e solo eccezionalmente i magistrati, obbligati a finanziare i giochi. In occasione di particolari avvenimenti gli spettacoli potevano prolungarsi per molti giorni. Il pubblico romano rimaneva quindi giornate intere chiuso nell'anfiteatro, con il caldo e con il freddo, pur di assistere a questi spettacoli. Le giornate di spettacoli iniziavano la mattina con le venationes spettacoli che consistevano in combattimenti tra fiere provenienti da tutto l'Impero, cacce condotte da uomini armati ed esibizioni di animali. Nell'intervallo del pranzo l'arena diveniva luogo di condanne capitali e con le damnationes ad bestias (le condanne a morte di criminali, fatti sbranare dalle fiere). Nel pomeriggio si svolgevano i combattimenti gladiatori (munera), la cui origine è legata alla consuetudine arcaica del sacrificio umano per placare gli spiriti dei defunti. Negli scontri i gladiatori si distinguevano per l'armatura e per le tecniche di combattimento: vi erano i traci (thraeces), caratterizzati da un elmo con alto cimiero, il piccolo scudo rotondo e la corta spada ricurva; i mirmilloni, con elmo a forma di pesce, scudo e pugnale; i retiarii che portavano come armi solo uno spallaccio metallico, la rete e il tridente; i secutores, gli avversari dei retiarii, armati di elmo, scudo allungato, gambali e spada, queste tipologie di combattimenti furono definite stabilmente a partire dall'età augustea.  Tutti gli imperatori successivi, fino alla tarda antichità, si preoccuparono di offrire frequentemente al pubblico spettacoli nell'anfiteatro, segno dell'enorme successo che i giochi gladiatori e le cacce avevano presso il popolo romano. Famoso per la sua passione per i giochi gladiatori fu l'imperatore Commodo, che non solo organizzava spettacoli fastosi ma partecipava personalmente ai combattimenti e alle cacce alle fiere, definendosi lui stesso gladiatore: peccato che sappiamo dagli autori antichi come queste sue esibizioni non fossero altro che finte rappresentazioni e che mai abbia realmente rischiato la vita!  

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