Nerone utilizzò la valle, che attualmente è occupata dall'Anfiteatro Flavio, per far costruire un lago e sul Velia il vestibolo d'ingresso della sua grande residenza,la Domus Aurea. Sul Velia, luogo poi occupato dal tempio di Venere e Roma, era la sua statua bronzea, poi trasformata in Apollo e infine nel dio Sole. Il nome di Colosseo, attribuito per la prima volta all'anfiteatro nell’VIII sec., deriva non dalle proporzioni dell'Anfiteatro, ma dalla vicinanza della statua colossale di Nerone. L’Anfiteatro Flavio fu iniziato da Vespasiano (69 d.C.) e inaugurato da Tito nell'80 d.C. con spettacoli durati cento giorni; in tale occasione furono uccise ben 5000 fiere. Notevole fu la velocità di esecuzione, anche grazie al reimpiego di strutture preesistenti, ed enormi furono le spese, cui si provvide con le ricchezze conquistate nella guerra giudaica. L’edificio, colpito da incendi e terremoti, fu varie volte restaurato. Dopo il distruttivo incendio del 217 d.C., venne riparato e nel 222 venne nuovamente inaugurato, ma i lavori proseguirono per altri vent'anni. Un altro grave incendio si verificò nel 250. Nel 410 i Visigoti lo saccheggiarono e rimase inutilizzato per anni. Un restauro, dopo il terremoto del 429, fu eseguito dal prefetto della città. Ma dopo un altro terremoto, nel 443, si dovette intervenire di nuovo. Questi disastri si intrecciano con varie sospensioni e limitazioni degli spettacoli, in seguito all'intervento degli imperatori cristiani: all'inizio del V sec. Onorio e successivamente Valentiniano III abolirono i giochi gladiatori. Da allora si ebbero solo venationes. Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo cominciarono le spoliazioni, che proseguirono per secoli: per tutto il Medioevo e il Rinascimento servì da cava di materiali edilizi e agli inizi del XII secolo la famiglia dei Frangipane vi impiantò anche un palazzo fortificato. Nel VII secolo il venerabile Beda aveva profetizzato: "Finché sarà il Colosseo, sarà Roma, quando cadrà il Colosseo cadrà anche Roma e quando cadrà Roma cadrà il mondo".
Torna al Menù Regio III Serapis |