Costruito dall'imperatore Domiziano (81-96 d.C.) ad est dell'Anfiteatro Flavio, il Ludus Magnus era la più importante caserma-scuola per i gladiatori esistente a Roma. L'edificio fu scoperto casualmente nel 1937 durante i lavori di attuazione del nuovo piano regolatore. Prima del ritrovamento, l'esistenza del Ludus Magnus era nota da fonti letterarie o epigrafiche e, soprattutto, da alcuni frammenti della pianta marmorea di età severiana, che nel 1562 ne avevano restituito la raffigurazione con l'indicazione del nome. La necessità di una serie di infrastrutture funzionali allo svolgimento dei combattimenti determina la crescita, tra le pendici del Celio e dell'Oppio, di un vero e proprio "quartiere attrezzato" che comprende, oltre al Ludus Magnus, i Castra Misenatium (per i marinai del porto di Miseno che dovevano manovrare il velario), lo Spoliarium (dove venivano spogliati i corpi dei gladiatori morti), il Saniarium (l'ospedale dei gladiatori); l'Armamentarium (il magazzino delle armi gladiatorie), il Ludus Matutinus la caserma per i venatores (gli addetti alla caccia alle fiere), il Slimmurn Choragium, dove si preparavano e conservavano i complessi macchinari scenici impiegati nell'anfiteatro. L'accesso principale all'edificio era situato lungo la via Labicana; esso immetteva, mediante un ingresso monumentale, in un vasto cortile porticato attorno al quale si affacciavano le celle dei gladiatori. Costoro infatti qui non solo si esercitavano, allenandosi ogni giorno secondo una rigida disciplina, ma vivevano in uno stato di prigionia. Al centro del cortile era collocata un'arena ellittica in cui si svolgevano le esercitazioni dei combattenti, sui i quattro lati erano collocate fontanelle triangolari. Infine una galleria metteva direttamente in comunicazione l'edificio con i sotterranei dell'anfiteatro.