La piazza del Foro di Traiano era fiancheggiata, sui lati lunghi, da due portici molto profondi (15 m) aperti su altrettanti grandi emicicli di 40 m di diametro. Le facciate dei portici erano sorrette da colonne scanalate corinzie di marmo pavonazzetto (proveniente dall'area dell'attuale Turchia e di colore bianco con venature violacee) ed erano munite di un attico decorato da grandi scudi marmorei, o clipei, con busti-ritratto centrali alternati a statue di prigionieri Daci. Una seconda fila di queste statue era forse collocata anche lungo la cima dei portici come acroteri. Le immagini dei Daci richiamavano le guerre combattute da Traiano contro questo popolo (101-102, 105-106 d.C.) oltre al ricchissimo bottino che Roma ricavò dalla conquista della Dacia e che servì a finanziare la costruzione del Foro di Traiano. I grandi busti nei clipei ritraevano membri della famiglia imperiale e personaggi famosi a ideale proseguimento della analoga galleria esistente nel vicino Foro di Augusto. I portici erano inoltre decorati da splendidi pavimenti marmorei e avevano probabilmente un secondo piano in corrispondenza. dell'attico. Altre statue colossali in marmo bianco di personaggi celebri erano inserite nelle nicchie dei due grandi emicicli nei quali si tenevano tribunali per l'amministrazione della giustizia analoghi a quelli esistenti nella Basilica Ulpia. Il Foro di Traiano era infatti una sorta di grande palazzo di giustizia nel quale confluivano gli affari giuridici di tutto l'impero.