Le quattro colonne sono quello che resta del piccolo tempio a forma circolare circondato da un portico con colonne in stile dorico al cui interno è stata rinvenuta una copia della Venere Cnidia di Prassitele, scultore ateniese del IV sec. a.C. La statua originale rinvenuta durante gli scavi è attualmente esposta presso l’Antiquarium del Canopo, mentre all’interno del tempietto, dove doveva trovarsi la statua originale, è stato collocato un calco. Nelle vicinanze del tempio di Venere è stata rinvenuta una via pavimentata con lastre di roccia di origine vulcanica o calcarea utilizzata per il passaggio dei carri all'interno della villa. La strada, ancora in parte percorribile per circa 40 metri corre entro una galleria con volta a botte e prende luce da aperture rettangolari nel soffitto:, sulla superficie della volta sono ancora visibili le impronte delle tavole di legno utilizzate per la costruzione della centina su cui veniva colata la malta. L’imperatore Adriano non gradiva che gli addetti ai servizi e alla manutenzione della villa fossero visibili ai suoi ospiti, infatti sono stati identificati camminamenti sotterranei, perfino strade carrabili, che fungevano da collegamento tra le varie parti senza intralciare lo svolgimento delle attività di corte ed i fasti imperiali.