Basilica di San Nicola in Carcere, è in via del Teatro Marcello 46 nel
rione Campitelli. Questa chiesa fu costruita prima del secolo XI sulle rovine
degli antichi edifici del Foro Olitorio. La leggenda racconta che in epoca
repubblicana in questa zona c’era un carcere dove era stato rinchiuso un uomo
condannato a morire di fame e di sete, si salvò perche l’unico visitatore
ammesso, la figlia, lo nutriva allattandolo al seno. I romani venuti a
conoscenza del fatto si mossero a compassione liberarono il prigioniero,
demolirono il carcere e costruirono il tempio della pietà. Avendo notizia del
carcere preesistente per molto tempo si pensò che fosse il Tullianum (carcere
mamertino) da qui l’appellativo dato successivamente alla chiesa dedicata a San
Nicola. Fu una delle più antiche diaconie, più volte restaurata e totalmente
rinnovata da Alessandro VI. Nel 1599, il cardinale Pietro Aldobrandini la fece
ristrutturare come ancora oggi possiamo ammirare da Giacomo della Porta. Conserva interessanti memorie
antiche fra le quali una lunghissima iscrizione del 1088, con l'elenco dei doni
fatti alla chiesa al tempo di Urbano II . Nel 1865 fu nuovamente restaurata per
ordine di Pio IX, e nel 1932 liberata dagli edifici che le erano stati
costruiti intorno e alcuni anche addossati. Fu restaurata anche la torre medievale
che serve da campanile, sulla quale sono poste due campane che Guidotto Pisano fuse nel 1286. In questa chiesa,
per la popolarissima festa di San Nicola, il 6 dicembre venivano donati ai
fedeli dei piccoli pani, detti pani di san Nicola. Pani minuscoli, come
conferma il Belli in un sonetto, nel quale, a proposito della tirchieria dei
fornai che preparavano forme di pane ogni giorno più piccole, così si
lamentava: «Bbasta, o corpa der forno o de la mola / er fatto sta oche la pagnotta ar forno / sce la danno ppiù piccola oggi ggiorno / de quella de San Biascio o San Nicola».
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