Chiese di Roma Rione Campo Marzio Chiesa di Sant'Agostino Cortigiane a Sant'Agostino

La chiesa di Sant'Agostino era l'unica di Roma a essere frequentata dalle cortigiane. Andare a messa per le cortigiane significava mettersi in mostra, dare spettacolo, sfoggiare abiti appariscenti; e principalmente nella chiesa di Sant'Agostino, dove hanno i banchi delle prime file riservati (questo per evitare che i fedeli guardandole, si distraggano dalle prediche e dalle sacre funzioni, anche se arrivano in chiesa accompagnate da fantesche e paggi, ognuna con una schiera di ammiratori e "clienti", mentre la gente si accalca alle porte). Beatrice Ferrarese in una lettera a Lorenzo de' Medici segnala il rapporto singolare che le cortigiane hanno con la chiesa. «Così, meza contrita, me confessai dal predicatore nostro di Sant'Augusto, dico nostro, perché quante puttane sono in Roma tutte veniamo alla sua predica. Unde esso, vedendose sì notabile audienza, ad altro non attendea se non in volerne convertire tutte. Oh, oh, oh, dura impresa!». Beatrice peraltro è tra le più note cortigiane romane, con una casa di gran lusso presso l'Osteria dell'Orso e tanto di carrozza d'oro tirata da bianchi cavalli, per non parlare dei vestiti intessuti d'oro e seta, tempestati di perle preziose. Ma la sua gloria finisce nel 1526 con il sacco dei Lanzichenecchi, che la depredano di tutto e le usano violenza; e si prende la sifilide, come racconta lei stessa nella pasquinata “II lamento della cortigiana ferrarese”, nella quale appare ridotta ad affittare camere, a fare la mezzana, a lavar panni e cucinare nelle taverne. 

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