Chiese di Roma Rione Celio Basilica Santi Giovanni e Paolo la Navata centrale

L'affresco del catino absidale è quanto rimane del ciclo delle scene inerenti la vita dei santi Giovanni e Paolo commissionato dal cardinale Antonio Carafa nel 1587 a Niccolò Circignani, detto il Pomarancio. Nel 1715-18 fu realizzato il rifacimento della Basilica su disegno degli architetti Antonio Canevari e Andrea Garagni che modificò l'interno fino a far perdere ogni traccia dell'antico aspetto paleocristiano, ripristinato soltanto nel restauro avvenuto tra il 1950 ed il 1952. L'architetto Antonio Canevari, nel 1715, aveva abbattuto l'altare maggiore e il ciborio cosmatesco; lo scultore Francesco Ferrari rinnovò l'abside e sistemò nel nuovo altare un'antica urna di porfido, dove papa Benedetto XIII pose le reliquie dei martiri, nel 1726; i due angeli in stucco sulla tribuna sono dello scultore Pietro Bracci. I tre affreschi sulla parete dell'abside, illustranti scene della vita e del martirio dei Ss. Giovanni e Paolo spettano rispettivamente, da sinistra a destra, ai pittori Giandomenico Piastrini, Giacomo Triga e Pietro Andrea Barbieri. Il soffitto ligneo a cassettoni venne commissionato dal cardinale titolare Agostino Cusano nel 1598. Presenta al centro le figure dei santi titolari e ai lati gli stemmi del Cusano. Il pavimento della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo è assegnabile alla Bottega di Cosma di Jacopo sulla base di una testimonianza epigrafica, conservata parte in trascrizione e parte in originale, che lo indica frutto della committenza di Cencio Savelli quando questi era ancora cardinale titolare della chiesa, dunque anteriormente al luglio del 1216, anno in cui fu eletto papa con il nome di Onorio III. Nella navata centrale una lapide pavimentale delimitata da una ringhiera indica il luogo dell'antico altare, situato sui locus martyrii dei santi Giovanni e Paolo. 

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