La principale difficoltà per Francesco Borromini fu quella di dover realizzare una chiesa potendo usufruire come spazio del solo lato breve del cortile, un’area veramente ridotta, ma riuscì a creare con l’armonia degli spazi uno degli esempi più affascinanti del Barocco a Roma. Lo spazio interno della chiesa è scandito da sei absidi concave uguali, tranne quella più ampia dell’altare maggiore, dove è presente, una pala di Pietro da Cortona, ultimata, dopo sua morte nel 1683 dal suo allievo Giovanni Ventura Borghesi, raffigurante Sant’Ivo che si costituisce avvocato dei poveri.