San Giovanni in Fonte. Fu fatto costruire da Costantino, che lo realizzò dalla trasformazione di un ninfeo appartenente ai Laterani, e fu ricostruito da Sisto III (432-40), ma prese l'aspetto attuale in gran parte per il restauro fatto da Urbano VIII nel 1637. L'interno, a pianta ottagonale, è concentrato tutto su un'urna di basalto verde che servì per il battesimo a immersione e ora è ricoperto di bronzo: leggenda vuole che vi sia stato battezzato Costantino, che in realtà ebbe il battesimo in punto di morte da un vescovo ariano. Intorno si aprono quattro cappelle antiche: la Cappella di Santa Ruffina o dei Santi Cipriano e Giustina, corrispondente all'antico nartece del battistero e del quale si vedono due imponenti colonne di porfido e le marmoree riquadrature dei portali;la Cappella di San Venanzio eretta da Giovanni IV nel 640;la Cappella di San Giovanni Evangelista realizzata da papa Ilario (461-68) con i battenti bronzei del 1196; e la Cappella del Battista anche questa eretta da papa Ilario, con antichi battenti bronzei. Questi hanno una caratteristica: «facendo girare lentamente sui cardini i due battenti», come spiega Willy Pocino, «si ode, in varie tonalità, il suono preciso delle canne d'un organo. Ciò è causato dal forte attrito prodotto sui perni dal peso ingente dei battenti (ognuno pesa 750 chilogrammi) e dalla natura molto sonora dovuta al miscuglio del bronzo con altri metalli, in essi compresi argento e oro. Sulla porta, che nell'insieme ha il colore scuro del bronzo, in alcuni punti scalfiti si può osservare a occhio nudo il colore bianco del presunto argento. In quanto alla presenza dell'oro, è da crederci solo sulla parola».