Chiese di Roma Rione Monti Basilica Di San Pietro in Vincoli Mausoleo di Giulio II

Mausoleo di Giulio II, riduzione della colossale opera ordinata a Michelangelo Buonarroti dal pontefice nel 1513 e concepita dall'artista che vi attese per tre anni e che ne fu stornato da Leone X: grandeggia in basso la figura seduta di Mosè, che, sceso dal Sinai, contempla sdegnoso gli Ebrei idolatri; ai lati, entro nicchie, statue di Lia e di Rachele, simboli della vita attiva e contemplativa, opere di Michelangelo ultimate da Raffaello da Montelupo; le altre parti sono dei discepoli (il Papa giacente è di Tommaso Boscoli (ma secondo recenti scoperte di mano di Michelangelo); la Madonna col Bambino di Scherano da Settignano; il profeta e la sibilla di Raffaello da Montelupo). Per la statua del Mosè si racconta che un giorno l'artista, contemplando l'opera con soddisfazione, abbia esclamato al profeta: «Parla!», e adirato per non ottenere ovviamente risposta, gli abbia scagliato addosso uno scalpello, colpendolo al ginocchio destro, ma del colpo non c'è traccia. E sempre per questa statua, si racconta che un giorno il gonfaloniere Pier Soderini fece notare a Michelangelo che il naso del profeta era sproporzionato; l'artista, dando l'impressione di apprezzare la critica, prese scalpello e martello e, spalle rivolte al gonfaloniere, fece, finta di dare alcuni colpi per ridurre il naso. «Ora va benissimo!», commentò il Soderini a operazione "falsamente" ultimata. Le spoglie di papa Giulio II furono sepolte qui, molto tempo dopo la sua morte: morì il 21 febbraio 1513, quando il mausoleo non era terminato, e allora la sua salma, la prima imbalsamata di un pontefice, fu sepolta nella Cappella del Coro della basilica di San Pietro, rivestita di ricchissimi paramenti e numerosi anelli alle dita di enorme valore. I Lanzichenecchi nel 1527 profanarono la tomba, rubando ogni preziosità e spargendo parte delle ossa in terra. Quando il 12 febbraio 1610 fu fatta la ricognizione del sepolcro furono ritrovate solo poche ossa e le vesti, che vennero traslate in un primo tempo nella Cappella della Rovere di Santa Maria del Popolo e successivamente in questo mausoleo.

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