Chiese di Roma Rione Ponte Chiesa di Santa Maria della Pace Cappella Chigi le sibille

Nel 1514 il banchiere senese Agostino Chigi commissionò a Raffaello due grandi affreschi per decorare la sua cappella privata in Santa Maria della Pace, il tema scelto furono le Sibille. Nell'antichità classica le Sibille, erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio, in grado di fornire responsi e fare predizioni. Secondo al Chiesa occidentale le sibille profetizzarono la venuta di Cristo. L’affresco raffigura un gruppo di quattro sibille accompagnate da sette Angeli, che rappresentano gli spiriti intermediari tra l'uomo e Dio, per questo reggono i cartigli con le iscrizioni lette dalle Sibille e riferibili al tema dell'attesa di Cristo e della sua Risurrezione. A sinistra è raffigurata la Sibilla Cumana che regge il Libro sibillino, mentre solleva il braccio destro per aiutare l’angelo in volo. Questo le porge il rotolo con l’iscrizione a caratteri greci che significa “La resurrezione dei morti”. Un putto in piedi, accanto a loro, osserva la scena appoggiato ad una lapide che presenta, sempre in greco, la scritta traducibile in “Verrà la luce”. Alle sue spalle, la Sibilla Persica si volta, per finire di scrivere il testo “Egli avrà il destino della morte”suggeritole da un altro angelo che indica il cielo come fonte di ispirazione. Di seguito si vede la Sibilla Frigia che sta leggendo una tavola sorretta da un angelo dove è scritto “Il cielo circonda il vaso della terra”. Anche la Sibilla Tiburtina, nelle sembianze di una donna anziana, sta tentando di leggere ciò che il messaggero divino indica loro. Tra le due Sibille si trova un putto che si appoggia al cartiglio marmoreo, l’unico che presenti un brano in latino, tradotto in “Ecco la nuova progenie”. Sopra il gruppo aleggia infine l’angelo che srotola la pergamena sulla quale si legge in greco “Io aprirò e resusciterò” Nella lunetta al disopra quattro Profeti: Abacuc seduto e Giona in piedi, Davide in piedi e Daniele seduto, anch'essi disegnati da Raffaello, ma eseguiti da Timoteo Viti. II corredo scultoreo è dominato dall'altorilievo con Cristo trasportato dagli angeli sull'altare, opera bronzea di Cosimo Fancelli, autore anche dei due santi laterali in collaborazione con Ercole Ferrata: “San Bernardino e Santa Caterina”.

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