Il
perimetro interno della Basilica è decorato con 34 scene che raffigurano le
persecuzioni subite dai martiri cristiani da parte degli imperatori romani. Il
collegio germanico ungarico, diretto dai gesuiti che gestivano la basilica,
diede l’incarico di affrescare il ciclo Martirologio a Niccolò
Circignani detto Pomarancio e ad Antonio
Tempesta. Gli affreschi riflettono lo spirito della Controriforma, varata
dopo il Concilio di Trento, con la celebrazione della morte per la fede,
frequenti rappresentazioni della vita dei Martiri, nelle chiese, per esortare i
fedeli ad un'esistenza più severa e religiosa. Gli artisti hanno rievocato in
modo molto concreto ogni tipo di tortura, con didascalie in latino e italiano,
che rappresentano in modo molto crudo ed esplicito i vari modi di martirizzazione dei
cristiani con macchine da tortura, amputazioni, acqua bollente, divorati da
belve feroci, affogati, accecati.