Chiese di Roma Rione Ripa Basilica di Santa Maria in Cosmedin Navata sinistra

Nella Navata sinistra in alto sulle pareti si vedono ancora tracce di affreschi del secolo XI, mentre l’abside della navata è decorata con affreschi moderni, ma in stile antico, che rappresentano scene della “Vita di Maria” e dall'immagine della “Madonna con il Bambino”. Tra le reliquie contenute nell’altare della cripta, montato su colonnine, è un teschio ritenuto di San Valentino, che il 14 febbraio viene mostrato ai fedeli cinto da una corona di rose. San Valentino vescovo di Terni, fu martirizzato per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano, divenne il protettore degli innamorati perché i suoi conterranei gli chiedevano la benedizione nuziale per adeguarsi ai costumi cristiani che il Santo propugnava. L'origine della festa degli innamorati è il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano per la fertilità. Fin dal quarto secolo A.C. i romani rendevano omaggio, con un singolare rito, al dio Lupercus. Le Lupercalia si celebravano il 15 di febbraio, con cerimonie di purificazione e con rituali di “fecondazione simbolica”. Due giovani di famiglia patrizia detti Luperci, venivano condotti nella grotta consacrata al dio che si trovava ai piedi del Palatino. Dopo aver sacrificato una capra, i due venivano segnati sulla fronte con un coltello bagnato di sangue caprino, quindi venivano detersi con un panno di lana bianca intriso di latte.  Poi, fatta a strisce la pelle di capra, dovevano correre nudi attorno al colle, schernendo gli spettatori e i passanti che incrociavano e usando come fruste le strisce di cuoio, per colpire chiunque avessero incontrato lungo la loro corsa sfrenata. Le matrone di Roma e le giovani spose desiderose di avere figli, anziché evitare i colpi di frusta inferti dai Luperci, vi si facevano incontro, credendo che tali gesti simbolici fossero in grado di giovare alla fertilità e alla gravidanza. Secondo alcune fonti, proprio allo scopo di estirpare definitivamente quegli antichi riti precristiani che si tenevano alle idi di febbraio, papa Gelasio I avrebbe pensato ad una sorta di damnatio memoriae, istituendo la ricorrenza di San Valentino martire tra il 492 e il 496.

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