L’affresco rappresenta il momento in cui l'Eterno infonde la vita e l'anima al primo uomo. Adamo è mostrato disteso sulla nuda terra da dove Dio ha prelevato l’impasto per modellarlo; Adamo è rappresentato privo di forze il braccio sinistro è alzato con sforzo in cerca di un contatto, il braccio destro e la gamba sinistra sono piegati, il capo è inclinato e lo sguardo è orientato al contatto tra il suo dito indice e l’indice di Dio. La figura del Creatore con la sua corta e semplice tunica rosa con mantello di un rosa più scuro gonfiato dal vento, col semplice accostare del suo indice a quello di Adamo riesce ad infondere vita nel corpo del primo uomo. La figura di Dio è circondata da dodici angeli o putti che potrebbero simboleggiare i mesi dell’anno, in alternativa si è ipotizzato che possa essere Eva o forse meglio la Madonna dall'inizio dei tempi scelta per ricevere il Redentore e conservata dal peccato originale; in questa caso il bambino che le si attacca alla gamba sarebbe Gesù. Le dita di Adamo, perdute nel formarsi da una crepa, furono rifatte nel cinquecento da Domenico Carnevali.