Palazzi di Roma Palazzo Pontificio Cappella Sistina la volta l’ebrezza di Noè

Papa Giulio II, nel 1506, diede l'incarico a Michelangelo di rifare la decorazione della cappella Sistina, in quanto il consolidamento della cappella con l’inserimento delle catene avevano danneggiato la volta. Michelangelo, iniziò il lavoro il 10 maggio 1508 e lo terminò il 31 ottobre 1512. Per una superficie così vasta (800 m²), egli penso a una grandiosa composizione che affrescata abbracciasse tutta la volta. Questo affresco rappresentata Noè intento a vangare la terra per piantare una vigna, lo si vede intento al lavoro sulla sinistra, da cui ricava il vino che viene raccolto nel grande tino al centro; Noè si ubriaca, e cade poi nel sonno mostrandosi nudo. Uno dei tre figli, Cam, lo vede e lo schernisce, chiamando anche i fratelli Sem e Iafet, i quali invece si accostano senza guardare le nudità del padre, e lo ricoprono con un mantello. Il tema quindi non è tanto quello dell'ebbrezza di Noè, quanto quello del Patriarca che produce per la prima volta il vino, anticipazione simbolica del sangue eucaristico, e della sua derisione come allegorica di un evento futuro di Cristo deriso, come è descritto nei Vangeli. Fuori dal riquadro, i quattro angeli ignudi reggono festoni di ghiande e foglie di quercia, evidenti segni araldici della casata della Rovere, alla quale apparteneva il papa.

Torna al Menù della Cappella Sistina