Regio II Caelimontium Case Romane al Celio Ninfeo di Proserpina

La basilica è stata costruita su un complesso residenziale dell'era imperiale che comprendeva un popolare edificio multipiano con portici, insula e una domus. Tra l’insula e la domus vi era un cortile interno a cielo aperto, che separava le due strutture. Successivamente il cortile fu trasformato in un ricco ninfeo che era un accessorio alla domus e fu dotato di uno zoccolo in muratura e l’inserimento di nicchie per fontane alternativamente rettangolari e semicircolari, con l’aggiunta di un grandioso quadro, affrescato sulla parete (lungo 5 m, alto 3), che rappresenta forse il ritorno dall'Ade di Proserpina; al centro del cortile, un grande pozzo, che poi fu prolungato in alto, fino al pavimento della chiesa. Il dipinto che occupa l’intera parete  rappresenta una scena mitologica. Vi campeggia un gruppo di tre figurine, di cui due femminili semisdraiate ed una maschile in piedi. La divinità femminile al centro risalta per il candore della sua carnagione, che contrasta con quella della divinità maschile. Quest’ultima è rappresentata nell’atto di versare da bere nella coppa offertagli dalla vicina. Il gruppo è inserito in un contesto marino, che presenta come sfondo piccoli eroti impegnati nella pesca o nella navigazione su barchette di legno; in alcuni punti sono riconoscibili pesci che emergono dall’acqua. Il pavimento del ninfeo risale al III secolo d.C. ed era costituito da tessere di marmo colorate, asportate in antico, ma delle quali restano le impronte. 

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