Regio VIII Forum Romanum la Tempio di Venere e della Dea Roma

Dopo l’incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l’imperatore Nerone si fece costruire una nuova residenza con le pareti ricoperte di marmi pregiati e le volte decorate d’oro e di pietre preziose, tanto da meritare il nome di Domus Aurea. Al centro dell’atrio, che occupava tutta la collina della Velia, era collocato il colosso bronzeo rappresentante Nerone. Il colosso del Sole, che ritraeva Nerone, alto m. 29 e con sette raggi lunghi m. 7 attorno al capo, e che, per la posizione e per l' altezza, corrispondeva presso a poco al campanile di S. Francesca Romana. Alla morte di Nerone i suoi successori cercarono di seppellire e cancellare ogni traccia del palazzo. Adriano nell'anno 121 diede inizio ai lavori per erigere un santuario dedicato a Venere e alla Dea Roma. Per ordine di Adriano, il colosso che impediva la costruzione del tempio fu portato giù nella valle dell'anfiteatro. Fu necessario   un tiro di ventiquattro elefanti per spostare la statua vicino al Colosseo. L'aspetto attuale del tempio è da attribuire al restauro di Massenzio, iniziato nel 307 d.C., dopo un incendio. Nel 625 inizia la rovina del tempio, il cui tetto venne strappato da papa Onorio I per riutilizzarne i materiali nella basilica di San Pietro in Vaticano. Nel IX secolo un terremoto distrusse il tempio. Sul suo lato nord fu costruita, nel IX secolo, la basilica di Santa Maria Nova (dal XV secolo divenuta basilica di Santa Francesca Romana).

   Il progetto       Le Celle

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