Regio IV Templum Pacis Foro di Cesare

La necessità di rinnovare le strutture amministrative e giudiziarie allo scopo di ampliare il centro politico, amministrativo e di adeguarle alla nuova dimensione della città fu il pretesto che Giulio Cesare utilizzò per portare a termine una brillante iniziativa di auto-rappresentazione realizzando uno dei maggiori complessi architettonici dell’epoca, il foro o Tempio del Divo Giulio, cioè di Cesare, legandolo indissolubilmente al suo nome e a quello della sua famiglia: la gente Giulia. In una lettera ad Attico del 54 a.C. Cicerone informa l'amico di aver accettato, per conto di Cesare, l'incarico di acquistare il terreno necessario per la costruzione di un nuovo Foro: quello che avrebbe assunto più tardi il nome del dittatore. Il nuovo complesso, che era costato 60 milioni di sesterzi solo per l'acquisto del terreno, tale somma era elevatissima considerando che lo stato spendeva annualmente per il mantenimento di una legione ben dodici milioni di sesterzi. Il Foro fu fatto costruire da Giulio Cesare su un'area di m 160 per 75, precedentemente occupata da costruzioni private. Dal 54 a.C. nonostante l'inaugurazione avvenuta nel 46 a.C., i lavori furono completati da Augusto dopo l'uccisione di Cesare, mentre un completo rifacimento e un ampliamento del Foro si ebbero ad opera di Traiano e, infine, un sostanziale restauro ad opera di Diocleziano dopo l'incendio dell'anno 283 d.C.

 Portici del Foro     La Piazza 

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