Chiese di Roma Rione Campo Marzio Chiesa di S. Antonio dei Portoghesi

Nel 1445 il portoghese Antonio Martinez de Chaves,  trasformò in chiesa l’ospedale dei pellegrini portoghesi sorto in questo luogo fin dal Trecento. La Chiesa è della Nazione portoghese, è naturalmente dedicata al grande santo di Lisbona, Sant'Antonio dei Portoghesi, da noi ribattezzato «Sant'Antonio da Padova». Nel 1630 la comunità portoghese diede il via ai lavori per la realizzazione della nuova chiesa di S. Antonio su progetto di Martino Longhi il Giovane che eresse l'edificio ad eccezione della cupola che fu costruita da Carlo Rainaldi fra il 1674 ed il 1676; la chiesa fu poi terminata da Cristoforo Schor nel 1695, Carlo Murena rimaneggiò e ornò il transetto. Dopo l'occupazione napoleonica di Roma, nel 1799, la chiesa ed il relativo ospizio per i pellegrini vennero chiusi e venduti all'asta. La proprietà tornò al governo portoghese nel 1814 e la chiesa venne sottoposta dapprima ad una delicata opera di restauro e poi venne riaperta nel 1842. Nel 1873 l'architetto Francesco Vespignani fece eseguire nuovi restauri alla struttura, progettando le vetrate istoriate e decorando l'interno della cupola. Accanto alla chiesa sul lato destro sorge la quattrocentesca torre dei Frangipane detta anche della Scimmia. La leggenda narra che nel palazzo vivesse una scimmia e che un giorno rapì dalla finestra un bambino in fasce e se lo portò in cima alla torre. I genitori ed il popolo accorsi implorarono l'aiuto della Madonna affinché salvasse quella piccola creatura. Fu vista la scimmia ridiscendere rientrare in casa con il bambino in braccio. Il padre del bambino fece collocare sulla sommità del palazzo una statua della Vergine con una lampada sempre accesa, in ringraziamento per la grazia ricevuta. La bella facciata barocca opera di Martino Longhi il giovane e ritoccata da Cristoforo Schor 1692 è a due ordini. Nel piano inferiore troviamo tre portali: quello centrale è sovrastato da un timpano triangolare che racchiude un angelo alato in marmo circondato da festoni. Il livello superiore è dominato da un finestrone e dallo stemma dei Braganza, antica famiglia portoghese che aiutò finanziariamente la chiesa. Completano la facciata due telamoni, che paiono sostenere l'ordine superiore, coronato da un timpano spezzato, su cui sono seduti due angeli con lunghe trombe.   

 L’Interno Cappella Santa Caterina
Cappella di San Giovanni Battista Cappella di Santa Elisabetta
 Altare Maggiore   Cappella dell’Immacolata  Cappella del Presepe 
Cappella Sant'Antonio Abate

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