Palazzi di Roma Musei Vaticani Museo Pio Clementino Sala a Croce Greca Sarcofago di Costanza

Sarcofago di porfido rosso è Urna decorata sui quattro lati con putti vendemmiatori, e da rigogliosi girali e tralci di vite, e vari animali. Servì per la tomba a S. Costanza morta nel 354 d.C. figlia dell'Imperatore Costantino il sarcofago anticamente era esposto nel suo mausoleo sulla via Nomentana, che divenne la chiesa di Santa Costanza, e in seguito fu trasportato da un tiro di 40 buoi a questo museo. Il porfido rosso è un materiale estremamente duro e difficile da lavorare, apprezzato dai romani per il suo colore rosso porpora, e fu usato per opere destinate all'imperatore e alla ristretta cerchia della sua famiglia, essendo il colore rosso porpora associato alla dignità imperiale. Il sarcofago alto 2,25 metri fu scolpito nel IV secolo d.C. probabilmente eseguito in Alessandria d'Egitto dove la lavorazione del duro porfido era una tecnica esclusiva delle officine e degli artisti orientali. Posa su due piedi moderni con teste di leonesse, scolpite in marmo bianco dallo scultore Francesco Antonio Franzoni. Le rappresentazioni dei culti dionisiaci nell'arte funeraria romana è molto antica, la simbologia della vendemmia, il cui significato è da connettersi con la trasformazione del mosto in vino, è una efficace allegoria per sottolineare il passaggio del defunto ad una vita rinnovata. Così come la presenza sul sarcofago del pavone, la cui carne i Romani credevano inalterabile, ovvero che dura in eterno senza mai corrompersi, rimanda al tema della resurrezione.