La
chiesa di Sant’Andrea della Valle fu finanziata dall'Ordine religioso dei
Chierici Regolari, detto dei Teatini, in sostituzione della piccola chiesa
dedicata a San Sebastiano edificata nel IV secolo, per ricordare il martirio
del santo. La costruzione dell’attuale chiesa, dedicata al patrono di Amalfi,
fu caldeggiata nel 1582 da Costanza Piccolomini, duchessa della cittadina
campana, che a tale scopo aveva lasciato in eredità palazzo Piccolomini ai
padri Teatini. È una fra le chiese più vaste di Roma (la più vasta a navata
unica) e la sua cupola, che raggiunge gli 80 metri d'altezza è la più alta dopo
quella di San Pietro. Nel 1591 si posero le fondamenta del nuovo tempio di
Sant’Andrea, sotto la direzione di Francesco da Volterra, e nel 1594 iniziò la costruzione della navata
e delle prime quattro cappelle; nel 1596 nella fabbrica subentrò Pier Paolo Olivieri,
a completare le cappelle e la copertura a volta della navata. Quando nel 1608 Carlo Maderno fu
chiamato a dirigere i lavori, la costruzione era ancora lontana dalla
conclusione, restavano infatti da completare la navata e da realizzare
l'abside, la cupola e la facciata. Fino alla fine del 1621 il cantiere fu
condotto dal solo Maderno, venne poi affiancato da Francesco Borromini, autore
del lanternino della cupola. La facciata fu elevata nel 1665 da Carlo Rainaldi che
diede l’incarico allo scultore Giacomo Antonio Fancelli di porre ai lati della facciata due
Angeli. Terminato il primo angelo fu posto sulla sinistra della facciata, ma fu
molto criticato, anche da papa Alessandro VII. Lo scultore seccato si rifiutò
di scolpire l'altro angelo. Così la facciata restò con un solo angelo, dall'ala
distesa e disposta contro la parete quasi a far da puntello, come fu
maliziosamente commentato in due versi affissi alla statua di Pasquino: «Vorrei
volare al pari d'un uccello ma qui fui posto a fare da puntello».