La prima chiesa di S. Clemente fu edificata nel
tardo IV secolo nei pressi del Colosseo e delle caserme dei gladiatori, ai
margini dell’area monumentale, su un preesistente edificio del II secolo d.c.,
ormai in rovina dopo l’incendio di Nerone nel 64 d.C, si trattava
verosimilmente della domus ecclesiae di Clemente (un liberto martirizzato sotto
Diocleziano), di cui rimase il nome nelle dedica della chiesa titolare. Le
domus ecclesiae erano i luoghi di culto dove si riunivano i fedeli nei primi
secoli del Cristianesimo, generalmente identificabili con ambienti di
abitazioni private adattati allo scopo. La casa di Clemente era composta da
varie sale coperte a volta e da un cortile, in cui nel III secolo fu ricavato
un mitreo, costruzione rettangolare con banchi di pietra lungo le pareti ed un
altare al centro, consacrato al culto di origine persiana di Mitra. La chiesa
edificata nel IV secolo preceduta da un piccolo portico, ripeteva lo schema
basilicale a tre navate con terminazione absidale (senza transetto) delle
grandi fondazioni costantiniane, fu arricchita con uno splendido apparato
pittorico (in parte ancora visibile) all’epoca del pontificato di Leone IV
(847-855). In seguito al sacco del Celio da parte delle Truppe di Roberto il
Guiscardo (1084), l’edificio subì massicci restauri, nell’ambito dei quali
furono realizzati muri di rinforzo. Fra il 1099 e il 1118 la chiesa
paleocristiana fu sepolta (circa 5 m dal livello stradale) e su di essa fu
eretta la nuova basilica di S. Clemente dalla quale tuttavia è ancora possibile
accedere all’edificio inferiore. In occasione della costruzione di un canale di
scolo tra San Clemente e il Colosseo, si rivelò che al disotto di questo terzo
strato archeologico ve ne era addirittura un quarto, cui appartenevano le
costruzioni distrutte dall'incendio di Nerone nel
64 d.C. Nel primo secolo dunque il livello della vallata su cui sorge San
Clemente era di una ventina di metri circa più basso del livello attuale. Dopo
l'incendio del 64, gli edifici sventrati furono riempiti di terra e servirono
da fondamenta per altre costruzioni poste ad un livello approssimativamente
corrispondente a quello cui oggi si trova la base del Colosseo. All'esterno è
ancora riconoscibile, sotto il “maquillage” tardo-barocco, l'organismo romanico
del sec. XII: un protiro in laterizio, a colonne di granito con capitelli
antichi e cornice marmorea a intrecci (sec. VIII-IX), precede il quadriportico;
vi si accede normalmente dall'interno della chiesa a colonne antiche
architravate con capitelli ionici, un cui lato fu rimaneggiato da Carlo Stefano
Fontana come pronao della facciata, a due ordini raccordati da volute e ampio
finestrone, anche il campanile risale al medesimo intervento.
Presbiterio | |||
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