Villa Farnesina è in via della Lungara 230. Edificata ai primi
del Cinquecento per volere di Agostino Chigi senese, ambizioso mecenate, fine intenditore
d'arte e ricco banchiere; volle erigerla
quale segno tangibile della propria personalità e cultura, facendola decorare con
magnificenza e abitandovi fino alla morte, avvenuta nel 1520. Chigi affidò l'incarico al concittadino Baldassarre Peruzzi dal 1506-1510, con interventi
protrattisi fino al 1520. La Villa è una delle più nobili e armoniose realizzazioni
del Rinascimento italiano, un'opera in cui il progetto architettonico e la decorazione
pittorica si fondono in un'unica mirabile sintesi, si inserisce infatti alla perfezione
il ricco programma decorativo dell'interno, realizzato ad affresco da sommi maestri
come Raffaello, Sebastiano del Piombo,
Giovanni Antonio Bazzi detto
il Sodoma e lo stesso Peruzzi. Il ricchissimo
Chigi organizzò nella villa e nel palazzo fastosi ricevimenti e banchetti «durante
i quali faceva gettare nel Tevere i piatti d'argento», come rievoca Giorgio Carpaneto,
«che poi i servi recuperavano dalle reti predisposte nelle acque del fiume. Dopo
la sua morte la villa andò in decadimento e fu depauperata degli arredi e delle
opere d'arte; nel 1590 passò ai Farnese (da cui prese il nome attuale), nel 1714
ai Borbone di Napoli e nel 1861 all'ambasciatore Bermudez de Castro che due anni
dopo la fece pesantemente restaurare. Nel 1884 l'apertura del lungotevere
comportò la distruzione di parte dei giardini e della loggia sul fiume forse opera
di Raffaello. Lo Stato Italiano, divenutone proprietario nel 1927, ha eseguito restauri
nel 1929-42 e, a
più riprese, nel 1969-83.